Studio Medico BIOS

Psicologia, neuropsichiatria infantile, logopedia, neuropsicomotricità, psicoterapia

DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono disturbi del neuro-sviluppo che coinvolgono le abilità di lettura, scrittura e calcolo che permangono anche in età adulta. Studi sempre più numerosi hanno dimostrato che oltre il 20% della popolazione scolastica presenta rallentamenti nei processi di apprendimento, che interferiscono in varia misura sulle performances scolastiche, producendo di frequente fattori di rischio a livello emotivo e, a cascata, sul piano dell’adattamento scolastico e/o sociale. Spesso i Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono interconnessi con deficit di natura percettiva o linguistica in età prescolare, a volte non individuati precocemente; tali disturbi sono la disgrafia, la disortografia, la dislessia, la discalculia. Ognuno si caratterizza con sintomi specifici.

PERCORSO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO

La diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento si effettua sulla base dei risultati di test standardizzati di lettura, di scrittura, di calcolo valutati da un’equipe specializzata e abilitata. La diagnosi di dislessia e disortografia non può essere formulata prima della fine della seconda classe della scuola primaria, sebbene alcuni indicatori di rischio possano emergere anche prima. I parametri essenziali da considerare per la diagnosi di dislessia sono:

La diagnosi di discalculia non può invece essere formulata prima della classe terza della scuola primaria. I DSA vengono in genere segnalati alle famiglie dagli insegnanti che consigliano di rivolgersi a équipe autorizzate per effettuare e rilasciare diagnosi, nel caso di professionisti la mia équipe di Crema (Neuropsichiatra Infantile Dott.ssa Balestrini Maria Rosa, Psicologa e Psicoterapeuta Dott.ssa Paola Zavattiero, Logopedista Dott.ssa Alice Miglioli) e quella della Fondazione RSA di Soncino Onlus di cui faccio parte svolgono diagnosi di primo e secondo livello. Una volta attestata la sussistenza del disturbo, l’équipe procede nell’individuare metodi e strumenti riabilitativi a partire dal profilo di sviluppo del minore. L’accertamento procede per gradi e per step.

PRIMO INCONTRO

Il primo incontro si tiene tra i genitori e lo psicologo. In tale sede viene raccolta l’anamnesi completa del bambino e di tutto il suo iter evolutivo. Anche il bambino/ragazzo è coinvolto attivamente attraverso lo svolgimento di alcuni test preliminari. Nel caso in cui dai test non emerga alcuna difficoltà si comunica ai genitori che non è necessario approfondire ulteriormente la valutazione.

VALUTAZIONE

Nel caso venga ritenuto necessario procedere con una valutazione clinica, alla famiglia viene proposto una valutazione neuropsicologica, un approfondimento linguistico con la logopedista ed esame neurologico con la neuropsichiatra infantile, e/o valutazione delle funzioni di controllo e/o valutazione psicodiagnostica riferita agli aspetti emotivi/relazionali del ragazzo.

INCONTRO DI RESTITUZIONE

Al completamento del percorso, lo specialista incontra la famiglia alla quale consegna un relazione scritta e con cui condivide quanto emerso, la diagnosi e la proposta del piano di trattamento. A seguire, lo specialista coinvolge anche il bambino/ragazzo allargando la condivisione anche a lui rispetto alle sue caratteristiche di funzionamento.

TRATTAMENTO

Una volta comunicata la diagnosi, viene illustrato ai genitori il percorso riabilitativo neuropsicologico. I genitori vengono così aiutati ad aiutare il figlio.
Parallelamente al percorso di diagnosi, riabilitazione e sostegno alla persona, si propone ai genitori di attivare o riattivare il contatto con la scuola di provenienza del bambino, formulare in condivisione il percorso didattico personalizzato e individuare strumenti compensativi/misure dispensative.
Spesso i ragazzi con diagnosi di DSA hanno un vissuto di inadeguatezza e scarsa fiducia nelle proprie capacità, oppure possono presentare indici di rischio in relazione ai disturbi di ansia, disturbi depressivi, esternalizzazione e internalizzazione di vissuti emotivi, che in termini di prognosi possono incidere sulla qualità della vita diminuendone gli spazi di azione.